Leone Podrini

Non è più possibile ignorare che la società contemporanea è sempre più caratterizzata e condizionata dal rito dell’effimero.
La caratteristica dell’effimero è quella di simulare l’evento e favorire l’accettazione di comportamenti  secondo i quali la società, considerato il decadimento dei valori legati alla tradizione della famiglia, alla religione e agli ideali di libertà, si ritrova solo nello sfogo artificioso dell’immaginazione favorito dalla inconsistenza morale e dalla deriva nichilista di questo mondo-spazzatura neo-moderno.
I concetti di identità, di etica, di politica, di senso del comune, si sfumano per il prepotente affermarsi dell’effimerità che giustifica il tutto e subito; e più la società nel suo insieme si adatta a questo rito, più gli individui, specialmente i giovani, ne rimangono contagiati con l’inevitabile conseguenza di essere attesi da un futuro sempre più caratterizzato dall’insicurezza, da una vita drammaticamente vuota, vissuta in modo forzatamente passivo, senza  la possibilità di governarla e dove il tempo non è scandito dall’impegno dell’esserci.
E ciò che finisce per prevalere, in un simile modello sociale, è la presunta inutilità del senso di appartenenza, la piaga dell’indifferenza e l’orrore della violenza.