-
E L'ARCHITETTURA?
Leone Podrini
Anche l’architettura tende a non sottrarsi al rito dell’effimero in quanto, sottomessa anch’essa al gioco dell’impatto espressivo, sembra destinata a sottostare alla legge della rapida mutevolezza formale e della obsolescenza programmata, specie quando ci si serve delle sue notevoli possibilità semantiche per “esternare” il potere economico di chi la costruisce, la usa o la abita.
Coinvolta nella logica dell’effimero, anche l’architettura entra nei meccanismi dello stupore, dei messaggi da lanciare, della rappresentatività pubblicitaria e di nuovo si ripete il parallelo con l’esteriorità e la celebrazione del potere delle epoche trascorse, quando i grandi monumenti erano eretti solo per questo scopo.
Ma ciò che sembra distinguere le architetture della classicità da quelle “spettacolo” di oggi, è che queste sono ridotte al ruolo di “oggetti” sottoposti alle regole del consumismo accelerato che le priva, se non di altro, della loro rappresentatività culturale legata allo sviluppo della civiltà.
